noto con sommo dispiacere e contrito rammarico che siffatte malelingue
zen e alhem, indegnamente e grossolanamente auto proclamatesi "motociclisti", dovrebbero riscoprire le loro infime origini e tornare alla più azzeccata definizione di "
motobaristi": trattasi di diffusi esemplari di bipedi attrezzati con due ruote e un telaio che
superficialmente ingannano il tempo bardandosi la bocca con imprese chilometriche mai compiute se non nei propri sogni attorno al focolare di un triste e anonimo bar di periferia