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La "maledizione" del giro della Locride...o forse no...Parti I, II e III
Parte I
(l'ambizione)
17 Marzo 2011 , doveva essere un giro ambizioso, eccolo...
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Un saliscendi multiplo che si estende per 265 km, con partenza da Monasterace Marina e arrivo a Reggio Calabria...
Ambizioso perchè il percorso era impegnativo, le giornate (ancora per poco) brevi, e perchè c'era chi veniva da lontano, e la velocità media, per varie ragioni, non poteva essere elevata, ma, soprattutto perchè, ad Antonimina, ci aspettava LUI
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Appuntamento intorno alle 10.30 a Monasterace Marina, ma stavolta, partito da Reggio in ritardo, accumulo ritardo su ritardo, grazie ai sempiterni cantieri dell'estremo tratto della SA/RC, e, nonostante (comunque) un tempo da record, arrivo, zavorrato, a Monasterace Marina con...oltre 45 minuti di ritardo ...ma, tant'è, nel frattempo la rimanente parte del "folto" gruppo calabro ha avuto tutto il tempo di fare colazione...
Si parte subito, la strada scorre via veloce, ormai la conosciamo bene, la salita da Monasterace a Stilo è un godimento per sensi, anima e...gomme , vista la "curvosità" e le buone condizioni del fondo stradale...
Non c'è tempo, dobbiamo recuperare, niente soste, niente foto, nemmeno nella bizantina cittadina di Stilo, superata la quale ci aspetta il tratto più difficile, che ci porterà fino a Fabrizia, comune situato fra le foreste delle Serre...
Da Stilo in poi la strada è davvero impegnativa, vuoi per le non sempre eccellenti condizioni del fondo stradale, vuoi per gli stretti tornanti che si susseguono senza sosta per km e km, e, se ci mettiamo che stavolta devo fare più attenzione alla strada perchè il percorso è diverso dal solito, il risultato è che l'impegno psico-fisico è più elevato
Arrivati a Mongiana sfioriamo veloci una trattoria dove coi Verdoni pranzammo in occasione di un precedente giro...non che ci abbia lasciato chissà quali ricordi ...
Con qualche incertezza arriviamo a Fabrizia, e qui s'impone una pausa, non fosse altro che per capire se questo comune faccia ancora parte delle carte geografiche...
Fabrizia, il comune "cancellato"...e poi riproposto (prima foto, vedi cartello a destra )
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Ajeje verifica accuratamente le condizioni dell'asfalto
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Uno "psichedelico" Verdone
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La pausa è obbligatoriamente breve, dopo essere saliti fin quassù dobbiamo riguadagnare la costa Jonica fino a Marina di Gioiosa, oltretutto conosciamo poco il percorso, lo avevo fatto solo una volta anni prima, in direzione inversa, in compagnia del vecchio SternoCredoMinchionideo ...
Intanto Ajeje nota una lieve perdita di olio alla base del cilindro sinistro dell'errina, ci chiede un parere e riflette su come risolvere il problema ...
Giunti a Grotteria la strada mi è familiare, di lì a poco siamo già sulla costa, ma non c'è tempo di fermarsi, giusto una pausa benzina...ci aspetta il secondo saliscendi della giornata, quello, altrettanto divertente, che da Locri ci porterà a Gerace (altra perla bizantina della provincia reggina), con pausa pranzo, in notevole ritardo, ad Antonimina da...U Priuri
Per chi non lo conoscesse è un posto dove si mangiano i piatti tipici della tradizione montanara calabrese (non esattamente minestrine e insalatine ), ma chi ci va lo fa soprattutto per lui, la STAR, U Priuri...
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chi volesse approfondire può farlo su YouTube
Stavolta, però, la star non ci concede la sua presenza (pare stia poco bene, forse dopo aver divorato un capretto intero ), in compenso ci concede i suoi piatti, un festival di fettuccine, pappardele, cinghiale e carni varie che, chi mi circonda, sembra gradire non poco...mancano, però, le "famose patatine fritte" , e non arriveranno finchè non andremo via...
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Per farla breve: ci alziamo da tavola alle 16.30 circa (la "maledizione" ha inizio ), è troppo tardi, poco dopo le 17 sarà buio, la seconda, impegnativa parte del giro salta, per cui non ci resta che rientrare...
Giunti alla SA/RC il gruppo si divide per opposte direzioni...e noi, dalla s.s. 18 sopra Bagnara, ci gustiamo un tramonto sullo stretto di Messina, con isole Eolie sullo sfondo, prima di arrivare a casa...
Totale personale: circa 400 km
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Parte II
(la risoluzione del problema)
3 Aprile 2011 , l'obiettivo, stavolta, è di completare il giro con la seconda parte mancante, questa:
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L'appuntamento, in questo caso, è sulla costa tirrenica, allo svincolo della SA/RC di Gioia Tauro, con l'intenzione di effettuare un coast to coast attraverso Cittanova, per poi riprendere la seconda parte del giro a partire dal passo dello Zomaro....
Stavolta giungo all'appuntamento con "soli" 15 minuti di ritardo rispetto al solito orario delle 10.30 ...ahò, da quando frequento quel romano de roma di un Ajeje mi sto "romanizzando" anch'io in quanto a (scarsa) puntualità , ma cos'è stà storia ???
Il problema è risolto ...mi riferisco al titolo della Parte II, che richiama il problema al cilindro sinistro (nel giro precedente) dell'Errina di Ajeje...
Ebbene, lui, nel frattempo, ha pensato bene di risolverlo...cambiando l'errina con un Benelli 3-Cappone ...
Ajeje, ora non fare che, se i freni del Benelli ti fischiano un pò, la prossima volta te ne spunti con una Ducati Desmosedici GP !!
Difatti, dunque, questo sarà il giro inaugurale (alla presenza, per intero, del folto gruppo calabro) del 3-Cappone di Ajeje
Scopriamo di essere tutti un pò a corto di benzina, Ajeje perchè la sua spugna beve come una petroliera , e io perchè la sera prima non ho potuto fare il pieno, così al primo distributore automatico IP che incontriamo sulla statale Gioia/Cittanova, ci fermiamo...
Sistemo la moto accanto alla colonnina, infilo 10 € nella macchina, seleziono la pompa, sennonchè...
Sennonchè la "maledizione del giro della Locride" continua: ho beccato l'unico distributore automatico privo di colonnine multi-erogazione (almeno, l'unico che io conosca ), così, a meno di non voler trasformare l'errina in un diesel, mi tocca aspettare lo scontrino per il rimborso e rimettere altri 10 € ...
Si parte, direzione Cittanova, dove giungeremo in 20 minuti, qui altra sosta benzina per gli altri del gruppo e io ne approfitto per chiedere al benzinaio se la strada per salire allo Zomaro è stata, finalmente, aperta (già dal giro del 17 Marzo sapevamo che fosse chiusa per una frana...)...qual è la risposta, secondo voi? Ma chiusa, naturalmente ...
Non ci resta che fare il giro che avevamo effettivmente programmato, cioè Polistena, S. Giorgio Morgeto, Canolo, Zomaro ...
Nonostante il fondo stradale spesso insidioso, procediamo spediti, attraversando splendidi scenari, verdi prati attorniati da alberi sempre più imponenti, via via che saliamo di quota, finchè giungiamo alla prima meta: il passo dello Zomaro
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Qui incontriamo le tracce del passaggio delle cosiddette "vacche sacre" che circolano liberamente fra questi monti
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Naturalmente ci auguriamo che portino fortuna , ma...la maledizione è ancora in agguato, infatti, fermi poco distanti, ci sono alcuni simpatici nonchè coraggiosi ciclisti ai quali chiedo una dritta sul percorso da fare per giungere alla nostra meta (Platì), in quanto la cartina in mio possesso non è chiarissima ...
Ripartiamo spediti, ma dobbiamo presto rallentare, ancora condizioni difficili per il fondo stradale, finchè giungiamo al bivio cruciale: quello con un grande crocefisso, alla cui sinistra, secondo uno dei simpatici ciclisti, avremmo dovuto svoltare...cosa che facciamo puntualmente, pur con qualche dubbio (che il tom tom di Verdone avrebbe potuto chiarirci, ma il suo proprietario si è guardato bene dall'avvisarci )...
Proseguiamo a lungo, su una strada dalle condizioni davvero pessime, come qualcuno dei ciclisti ci aveva avvisato, finchè giungiamo ad un belvedere con un altro imponente crocefisso che sovrasta un paesino...sarà Platì ???
Nel dubbio sostiamo per un pò di foto
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E' tardi e gli stomaci ruggiscono, ci precipitiamo giù per la ripida discesa fino al paesino sottostante, giriamo un pò intorno in cerca di un posto dove mangiare finchè...finchè l'insegna di una scuola riportante il nome "Delianuova", riporta a galla la maledizione del giro della Locride, perchè, difatti, ancora una volta la Locride ci respinge...
Le indicazioni del simpatico ciclista (si sospetta fosse originario di Platì ) ci hanno riportato dalla parte opposta, verso il Tirreno, ed è ormai troppo tardi per tornare indietro...
Poco male, mi viene in mente (per la gioia dei miei compagni di viaggio, che male accettavano l'idea di un panino per pranzo ) che conosco un posticino, vicino allo svincolo di Bagnara della SA/RC, dove si mangia a 5 stelle plus
Partiamo veloci (il sottoscritto, forse, un pò troppo ) verso Cosoleto, e poi Sinopoli, quindi Sant'Eufemia d'Aspromonte, lungo una bella strada in discesa, invitante e tortuosa al punto giusto, fino a giungere all'agognata meta...
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Dopo pranzo, per chiudere in bellezza, puntatina giù a Bagnara Calabra per un'ulteriore scorpacciata a base di dolci nella migliore pasticceria, dove Ajeje imbottisce lo zainetto coi tipici "sospiri di monaca", quindi puntiamo veloci verso Scilla, dove, dopo un paio di foto di rito, le nostre strade si dividono, io rientrerò a Reggio via s.s. 18 litoranea, mentre il resto del gruppo prenderà la SA/RC per il rientro a Catanzaro...
Totale personale: oltre 200 km
Scilla
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Lo stretto di Messina
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Tutte le foto qui: Per poter vedere il link devi essere Registrato
Parte III
(quella semiseria...)
10 Aprile 2011, ovvero, la solitaria rivalsa della volontà ...
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Doveva essere il riscatto dei 2 precedenti semi-fallimenti...(semi-fallimenti ??? Dipende sempre dai punti di vista...se si parla di panza e magnate, per qualcuno i 2 precedenti semi-giri sono stati tutt'altro )...ed in effetti, in gran parte, lo è stato ...
Premessa: il giro è stato effettuato in solitaria per poter realizzare una velocità media più elevata...in certi casi è meglio lasciare le zavorre a casa...e non mi riferisco ai passeggeri
Partenza da Reggio comoda (verso le 10), godurioso tratto di curve sulla s.s. 18, la litoranea Tirrenica (la nostra costiera Amalfitana , che al mattino di domenica è uno spettacolo, con la sua costa rocciosa a picco su un mare verde-azzurro già popolato di bagnanti) fino a Gioia Tauro...
Da Gioia il giro riprende tale e quale quello dell'ultima volta, quindi rapido trasferimento sulla statale per Taurianova/Polistena/San Giorgio Morgeto...
Giunto a S. Giorgio mi fermo, e mi accorgo di aver scordato a casa la macchina fotografica...subito ripenso alla maledizione del giro della Locride, ancora lei !!! Poco male, userò il cellulare, nulla potrà fermarmi, stavolta
S. Giorgio Morgeto
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Da S. Giorgio a Canolo la strada, come già detto in Parte II , è un godimento soprattutto per lo spirito e per gli occhi, visti gli scenari e i paesaggi che ti si prospettano innanzi...un pò meno per le gomme, visto il fondo stradale, per ampi tratti non proprio ineccepibile...
Le cose migliorano un pò dopo Canolo e fino ai 1000 mt. circa del Passo dello Zomaro...
Pausa pranzo, stavolta, a Canolo, con paninazzo a base di prodotti tipici locali, che non fa comunque rimpiangere i 2 precedenti, luculliani, pranzi
Nei pressi di Canolo
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Alle 14.30 circa mi rimetto in sella...
Superato il tratto che, dopo lo Zomaro, porta all'Ostello e, a seguire, alla comunità Incontro di Zervò, stavolta, al fatidico bivio, nessuna esitazione: svolta a sinistra, direzione Bovalino, e qui ha inizio la vera "avventura"...
All'imbocco della strada che, gradualmente, dovrà portarmi verso Platì, Natile (il cuore della Locride), Careri e quindi sulla costa Jonica fino a Bovalino Marina, solo un generico cartello che avvisa del pericolo di frane fa presagire qualcosa...
Quello che vedo, però, appena pochi Km dopo, mi lascia senza parole ...
Sono solo, non incrocio nessuno, Km e km di strada praticamente impraticabile, in totale balia delle frane e degli smottamenti, l'emblema del dissesto idrogeologico che tormenta gran parte d'Italia, specie al Sud, ma qui mi trovo di fronte anche al totale abbandono del territorio e all'incuria da parte dell'uomo, sia esso il privato cittadino, sia esso il pubblico cittadino, lo Stato, e subito mi viene in mente tutto ciò che ho sempre sentito dire di queste zone, la descrizione che se ne fa sempre come di territori completamente abbandonati dallo Stato, ed è vero!!
Quello che vedo mi da tristemente conferma di questa cosa, è un territorio isolato, non solo culturalmente, ma anche e soprattutto fisicamente isolato, e nessuno, da decenni, fa nulla perchè questo cambi, forse perchè a qualcuno, che qui vive e prospera, probabilmente in combutta con qualcun'altro comodamente seduto altrove, nelle stanze dei bottoni, tutto questo fa decisamente comodo ...
Fra non poche difficoltà, decido comunque di andare avanti, costretto spesso a stare in piedi sulle pedane, a mò di fuoristrada, per poter proseguire cercando di evitare danni alla moto...
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A un certo punto la carreggiata si restringe, qualcuno ha sistemato dei blocchi in cemento sulla destra, come ad indicare di mantenere la sinistra, decido comunque di proseguire...
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Superato il tratto con qualche difficoltà, giungo in un punto dove la carreggiata rimasta agibile è strettissima, poco più della larghezza necessaria al passaggio di una moto...ma ormai ho fatto troppa strada, fra mille difficoltà, e non mi va di tornare indietro, trattengo il respiro e, di slancio, passo oltre...è un attimo...mi volto indietro e questo, con un certo sgomento, è ciò che vedo...
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Praticamente una sottile striscia di asfalto con un pò di terra sotto, il tutto puntellato alla buona tramite dei pali metallici...e in tutto questo nessuno che abbia pensato di bloccare l'accesso alla strada per chi provenga da sopra, e, come scoprirò dopo, proseguendo oltre, anche per chi dovesse salirvi dal mare...
Oppure, forse, qualcuno l'avrà pure fatto, ma qualcun'altro, qualcuno che si considera il padrone di questo territorio (a torto o a ragione, vista l'abdicazione, da parte dello Stato, sul controllo di questi territori) avrà pensato bene di riaprire l'accesso, ad uso e consumo delle proprie necessità, ed infischiandosene bellamente dell'incolumità di chi, inconsapevolmente, dovesse transitarvi...
Dopo un attimo di smarrimento, riprendo la direzione del mare, e strada facendo scopro altri disastri, ma anche paesaggi straordinari, di una bellezza selvaggia (cui le foto col cellulare non rendono giustizia) ma che, a differenza della spesso discutibile opera dell'uomo, non incute timore...
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Pietra Kappa
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Giunto ormai a pochi km da Platì, incontro infine qualcuno , loro, una simpatica famiglia di maialini neri dell'Aspromonte, allevati allo stato brado...
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E finalmente, dopo qualche curva su un tratto di strada ormai fortunatemente "normale", Platì, col suo tristemente famoso (in quanto regolarmente sforacchiato dai pallettoni) cartello...
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Erano forse più di vent'anni che mancavo da queste parti, non ne conservavo più quasi alcun ricordo, ma, nonostante quello che si dice di questo posto, al bar dove mi sono fermato per un caffè e qualche informazione sul percorso, ho trovato lo stesso calore e la stessa cordialità che capita spesso di incontrare, da "stranieri", nei nostri giri fra i paesini del Sud, come identico mi è sembrato il sorriso dei bambini che mi correvano incontro, abbandonando i loro giochi in piazzetta, per salutarmi al mio passaggio...
Dopo la breve sosta a Platì, nulla di eclatante da segnalare fino alla meta, Bianco, a pochi km da Bovalino, in direzione Reggio, dove giungo verso le 17.30 e dove, purtroppo, trovo già chiuso alle visite il sito archeologico della meravigliosa villa di epoca romana che si affaccia sul mar Jonio...
Careri e Bianco, Villa romana
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Una cosa ancora, però, posso dirla: la "maledizione", questa volta, nonostante tutto, è vinta
Tutte le foto qui: Per poter vedere il link devi essere Registrato
Ultima modifica di Alhem; 18/04/11 a 22:35
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