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Vecchio 24/03/08, 10:59   #18
dado71
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Penso che il buono o il brutto di un AM non dipenda dall'Arte in se, ma da chi te la insegna.
E' ovvio che io tifi per la mia e dica che è migliore di un'altra (in fondo non lo facciamo anche con le nostre moto?)
Personalmente avevo inziato praticando il Viet-Vo-Dao (è un AM vietnamita che racchiude varie influenze: cinesi, ma soprattutto coreane, vedi kung fu e taekwando).
La scelta è stata fatta un pò a naso, mi piaceva l'atmosfera della lezione: persone che sudavano e si impegnavano a mille, ma dove si sentivano anche delle risate, sintomo di un ambiente sereno.
Ho iniziato e mi sono innamorato di ciò che facevo, soprattutto per come l'istruttore te lo faceva fare. Quando l'istruttore ha deciso di separarsi dalla 'scuola' e di aprirne una lui ho deciso di seguirlo perchè mi piaceva il suo atteggiamento e la sua dedizione a ciò che faceva.
Quando ho mollato, l'ho fatto perchè fisicamente non recuperavo più le fatiche e perchè era cambiato l'atteggiamento di chi mi insegnava. Dal rispetto che si meritava perchè era bravo è passato a chiedere rispetoo perchè era il maestro e noi pagavamo!!! Che peccato.

Perchè mi piaceva ciò che facevo?
Con le gambe eravamo come il Taekwando, mi piaceva usarle, ero anche bravino. Le braccia invece partivano da un impostazione di tipo karatekista all'inizio e crescendo con i gradi tendeva a diventare tipo WinTsun.
Non siamo mai sconfinati nel puro kungFu, le tecniche erano studiate per avere un'efficacia in strada, efficacia da usare solo in caso di salvezza della propria salute (non ha senso colpire uno alla gola solo per non dargli un portafoglio con 100 euro).
Accanto a queste pratiche di arti marziali tradizionali si studiava anche la parte di agonismo (a secondo dei periodi più simile alla light o al semi contact), l'uso delle armi tradizionali e la parte acrobatica (che soddisfazione volare sopra otto persone, atterrare con una capriola sul marmo e rialzarsi senza essersi fatti male)
Proprio grazie all'acrobatico non mi sono fatto un graffio nell'incidente dove ho sfasciato il 125.
Oltre a ciò c'era la parte tecnica di cui ero affascinato (nel karate si chiamano kata): le quyen
Lì ero veramente bravo, nella tecnica pura, tanto che ho deciso di diventare istruttore. Era bello riuscire a trasmettere non solo le proprie tecniche agli allievi, ma anche la propria passione.
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