ER6ITALIA - ER-6 Supertwin "Spirit of the 70s Kawasaki"

Notizia tratta da http://www.moto.it/news/spirit-of-th...supertwin.html

La ER-6F è una moto estremamente versatile. Se la cava nel traffico cittadino, sa divertire nell’uso sportivo e può affrontare anche un po’ di turismo a medio raggio. Ha avuto anche un certo successo da un punto di vista estetico, soprattutto nella versione naked qui da noi, anche se certo non si può definire una moto dal grande appeal sportivo.

Aaron, il proprietario della ER-6F da cui i ragazzi di Spirit of the Seventies sono partiti per realizzare la special che vedete qui, aveva proprio questo genere di esigenza. La ER-6 è la moto che usa con grande soddisfazione tutti i giorni per andare al lavoro, con cui si diverte sul misto di montagna nel fine settimana e che porta anche in pista in qualche turno di prove libere. Però voleva cambiarne un po’ il look, richiamando le linee delle KR750 da GP a due tempi, mantenendo tutto il resto assolutamente originale.

Dati forti vincoli di budget da parte di Aaron non è stato ovviamente possibile procurarsi gli elementi originali, orientando la scelta della carenatura su un’unità nata originariamente per una Bimota, su cui si è dovuto lavorare moltissimo per adattarla alla piccola Kawasaki. Tanto lavoro anche per il codone, che è stato allungato ed allargato, mentre per il serbatoio si è preferito partire direttamente da zero e realizzare un’unità in alluminio completo di tappi stile Endurance.

Le modifiche sono continuate con il montaggio di semimanubri e pedane arretrate, e naturalmente un silenziatore che desse una voce un po’ più vivace al tranquillo bicilindrico di Akashi. La verniciatura - in verde metallizzato con elementi opachi, è stata applicata da D-Luck.

Personalmente riteniamo l’operazione riuscitissima, un po’ perché pur non passando certo inosservata si tratta di un’elaborazione che non preclude la circolazione stradale, magari montando due specchietti, ma soprattutto perché ripropone un’estetica classica su una moto moderna senza interventi trascendentali e senza evidenti forzature.

Foto: Grant Robinson